A Senigallia arriva Dita Von Teese, la sexy-regina dello strip

«L'emancipazione è guadagnare ventimila dollari in 10 minuti»

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  1. BlackMamba "The Bride"
     
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    La ragazza lo sa, come non farmi dormire», cantava Ivano Fossati in Notturno delle tre. Non pensava certo alla regina del burlesque, Dita Von Teese, ma una tale massima parrebbe adattarsi alla trentacinquenne ex moglie di Marilyn Manson. O forse no.

    Sbarcata in Italia per il suo primo spettacolo pubblico, invitata a Senigallia dagli organizzatori del Summer Jamboree (l'happening dedicato all'America anni '40-50), la spogliarellista del Michigan ha recitato fin troppo alla perfezione il suo ruolo di diva retrò. In hotel ha chiesto tre suite (due per lei, una per la manager), lenzuola di raso, fiori freschi e dieta personalizzata (pollo, verdure crude, frutta fresca e tè verde). Poi, con dieci minuti di ritardo, ha fatto ieri il suo ingresso - tra l'efebico e il sofisticato - nella Rotonda a Mare, bizzarra costruzione appollaiata sulle acque. Vestito (e borsa) color crema a pois neri, carnato più cadaverico che d'avorio. Rossetto scarlatto, smalto scarlatto, scarpe (scarlatte pure quelle) con plateau-vertigine e tacco da quattordici centimetri. Ad ascoltarla, donne rimaste a Bettie Page, epigoni dell'Elvis Presley tuttifrutti e guardie del corpo in stile Goodfellas. Il confine tra burla e burlesque è invero sottile.

    Dita Von Teese, all'anagrafe Heather Renée Sweet, ha scoperto l'acqua calda: nell'era di Internet e del nudo facile, ha elevato a mito un'era - quella tra i Venti e i Quaranta - in cui le showgirls avevano griffe vittoriane e si spogliavano molto, ma non del tutto.

    Nessuno saprà mai come abbia fatto a stare sette anni con Marilyn Manson, versione fin troppo esplicita dello stereotipo «la bella e la bestia». Lei non ama parlarne: «Ho già detto tutto in passato. Voleva che smettessi di lavorare, ma sarò io a decidere quando fermarsi. Per questo, adesso, sono felicemente single». Ti aspetti la frase piccante, il peccato, ma la Diva dispensa piuttosto caramelline di libertà sessuale politically correct. «Sarebbe bello se le coppie non avessero segreti ed esaudissero tutte le loro perversioni». Tra i fans ci sono più donne che uomini, «molte vengono da me per migliorare il loro impatto sessuale. Spero davvero di essere una icona gay. Una donna artefatta, eccessiva ma di classe, alla Marlene Dietrich». A chi la accusa di scarsa emancipazione, risponde con argomentazioni inattaccabili: «Ditemi cosa c'è di più liberatorio che guadagnare 20 mila dollari in dieci minuti».

    Sulla tempia sinistra ha disegnato un neo, se sbagliasse movimento della mano vanificherebbe ore e ore di make-up, ma non accade. Non può accadere. Ogni mossa è calcolata, l'espressione è cristallizzata in un fermo immagine più caricaturale che erotico. Bella sì, bellissima no. Stasera, al Mama Mia di Senigallia, si esibirà in tre spogliarelli: «La coppa di Martini, le piume colorate e la giostra retrò. Cos'è il burlesque? Un modo per vivere, reinterpretare e affascinare». Lavora da quando ha 15 anni («I miei genitori non potevano lamentarsi, sono sempre stata indipendente»), ebbe una crisi di nervi a 16 quando la madre le regalò un reggiseno bianco di cotone, da comune mortali, «e un orrendo paio di collant color carne». Si protegge dal sole con ombrelli a pois (pure quelli) e giura che non si drogherebbe mai «con quelle sostanze che si assumono dal naso».

    Si definisce bellezza alternativa. «In America abbiamo solo eroine bionde in bikini. Penso a Marilyn Monroe: nessuno si sarebbe accorto di lei se fosse rimasta Norma Jean. L'hanno dovuta costruire, pianificare. Il feticismo? Uso ogni parte del mio corpo come qualcosa su cui zoomare: il corsetto, i collants a righe, i tacchi, i piedi. Creo un legame segreto con il pubblico». Si sa che il pudore è una provocazione sessuale e la vera innocenza è impudica. Forse, però, la scaltrissima «quasi» hard Dita Von Teese rischia di risultare algida e «quasi» sexy. Chissà che qualcuno, prima o poi, non le riporti quella massima di Woody Allen che fa così: «Il sesso è sporco? Solo se fatto bene». La reputerebbe triviale, ma potrebbe forse trarne ispirazione artistica.






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  2. myblueyes
     
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    bhe devo dire che poteva essere molto piu' vpolgare, invece lo fa con molta classe....
     
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  3. BlackMamba "The Bride"
     
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    Il bello del Burlesque è proprio questo. E' un'arte, non il solito strip da quattro soldi.
    Il Burlesque per definizione infatti non è uno strip , ma un vero e proprio show... ed infatti la Von Teese quando si esibisce mette sù un vero e proprio spettacolo.
    Io sarei voluta tanto andarla a vedere, la adoro per quanto mi riguarda non la trovo per niente volgare, anzi è molto sofisticata



    Da grande voglio essere come la Von Teeseeeeeeeeeeeeeee image image image
     
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2 replies since 25/8/2007, 22:04   655 views
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