Deep

Angel

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    Titolo: Deep
    Autrice: la_cacciatrice
    Fandom: Angel the series
    Personaggi: Connor (e la sua famiglia adottiva)
    Rating: R (almeno per questo capitolo poi non so!)
    Parte: Capitolo I
    Warning: gli avvenimenti narrati si collocano tra la fine della stagione 4 di Angel e l'inizio della 5, non so se per qualcuno è ancora spoiler, in tal caso vi ho avvisato ^_^
    Parole: 1519
    Note:
    *Il titolo della FF deriva da una canzone degli Anathema “Deep” per l'appunto
    *Devo assolutamente ringraziare Morganablack e BlackMamba "The bride", grazie a loro ho avuto il coraggio di scrivere e soptattutto far leggere agli altri ciò che scrivo, grazie tate *.*
    *E' la prima FF che posto per cui abbiate pietà di me, so che non è un granchè ma cercherò di migliorare , lo giuro! XD
    Disclaimer: con grande rammarico devo rendere noto che il personaggio di Connor non mi appartiene (ohh sfortuna infameeee!!! ç__ç) così come tutti quelli che verranno in seguito citati e che fanno parte del Buffyverse e dell' Angelverse, tutti loro appartengono invece a Joss Whedon.

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    Era un giorno come tutti gli altri, Connor stava uscendo di casa per recarsi all'università, l'appuntamento con Serena era al solito posto alle nove, la prima lezione era alle dieci per cui avevano tutto il tempo per arrivarvi con tranquillità.
    Uscì di casa salutando i genitori, ebbe appena il tempo di sentire la madre urlare qualcosa dalla cucina
    “CONNOR! ASPETTA TUA SORELLA KATE!”
    Fermatosi sull'uscio di casa il ragazzo si voltò verso il salotto per rispondere
    “MAMMA è Già TARDISSIMO!”
    “HO DETTO ASPETTALA!”
    Urlò dalla cucina la signora Riley con un tono di voce perentorio che di certo non avrebbe ammesso nessuna replica
    Connor sbuffò
    “OK!” Esclamò facendo una smorfia e recandosi in giardino ad aspettare la sorella giocherellando con il laccio del cappuccio della sua felpa grigia. Dopo un abbondante quarto d'ora vide Kate fare capolino dalla porta di casa
    “Era ora!” Esclamò Connor seccato per l'attesa
    “Non essere pedante! Ci ho messo meno di un attimo”
    Rispose Kate prontamente.
    “Sei la solita ritardataria e così farai fare tardi anche me!” le disse incamminandosi
    “Non sono affatto ritardataria! Cosa c'è hai paura che la tua cara e adorata Serena possa arrabbiarsi per il tuo ritardo?” si affrettò a dire mentre a passo svelto cercava di seguire il fratello maggiore
    “Siamo solo amici! Quante volte dovrò ripetertelo?”
    “Questo è quello che credi tu, ma lei lo sa?”
    Ribattè subito Kate per stuzzicarlo
    “Certo che lo sa! Perché non resti in silenzio fino a che non sarai arrivata a scuola?”
    “Questo è impossibile lo sai!” rispose lei con un risolino
    Connor alzò gli occhi al cielo per un attimo e continuò a camminare restando in silenzio, mentre Kate continuò a parlare ininterrottamente di ciò che avrebbe fatto durante il giorno e di come lui avrebbe dovuto fare il primo passo per conquistare il cuore di Serena, Connor ascoltò rispondendo solo di tanto in tanto alle provocazioni della sorella.
    Giunti dinanzi alla scuola superiore frequentata da Kate, Connor si fermò all'ingresso aspettando che la sorella entrasse
    “Sta attenta piccola attaccabrighe”
    Kate salì velocemente le scale d'ingresso, si voltò verso il fratello un attimo prima di entrare
    “Non sono piccola!”
    “Certo che lo sei!” disse lui con un sorrisetto sulle labbra
    “E tu cerca di baciarla stavolta, smidollato!!”
    In un attimo sparì dalla vista di Connor entrando a scuola e continuando a sogghignare per aver messo il fratello in imbarazzo.
    “E' sempre la solita!”
    Sussurò il ragazzo quasi tra sé e sé.
    Il luogo dell'appuntamento con Serena non era molto distante dalla scuola di Kate, il ragazzo ricominciò a camminare con le mani infilate in tasca e a passo svelto, voleva cercare di recuperare il ritardo.
    Ci volle un quarto d'ora affinché Connor riuscisse ad intravedere appena il Caffè Luna e a quella distanza riusciva già a vedere Serena seduta ad un tavolino esterno ad aspettarlo, non si era mai interrogato su come fosse possibile che la sua vista fosse così acuta, di certo era molto differente da quella delle persone comuni,ma per lui era sempre stato così per cui non si faceva molte domande in proposito.
    Arrivato al tavolino sorrise a Serena e la salutò dandole due baci sulle guance, uno per parte
    “Scusa per il ritardo, mia sorella è una vera piaga”, disse ironicamente
    “Non preoccuparti sono arrivata da poco anch'io, solo che adesso non abbiamo più tempo per fare colazione insieme”
    Serena si alzò prendendo due sacchetti di carta pieni di qualcosa, poi continuò a parlare
    “Fa lo stesso se la colazione ce la portiamo dietro e la mangiamo per strada?”
    Connor stava per scusarsi ancora, ma sorrise dolcemente quando Serena gli mostrò i sacchetti pieni e li agitò davanti ai suoi occhi
    “Per me va benissimo!” rispose entusiasta
    Insieme si incamminarono verso l'università, mangiando e chiacchierando su quello che avrebbero dovuto fare durante la giornata.
    Serena per Connor era davvero un'amica, c'era un simpatia innegabile, ma lui amava fare le cose con calma, per quanto ricordasse era sempre stato un ragazzo riflessivo e non avrebbe fatto mai il passo più lungo della gamba.

    Tra corsi, gruppi di studio e chiacchiere passò l'intera giornata, il sole era basso ormai e Connor e Serena si incamminarono insieme verso casa.
    Ogni giorno lui accompagnava a casa Serena e ogni sera una volta arrivati dinanzi alla porta di casa di lei restavano per un attimo a guardarsi indecisi su come salutarsi, poi ogni volta si davano un bacio sulla guancia e lei sorrideva dolcemente dicendogli che si sarebbero visti il giorno seguente al solito posto, ma quella sera ci fu una piccola variazione sul programma, successe qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la vita di Connor.

    Il sole era già calato, c'era silenzio in strada era ora di cena e tutti erano già a tavola con le proprie famiglie,in un piccolo centro come quello era raro che ci fosse molto movimento in strada dopo una certa ora, vivere a Sweetvalley non era certo come vivere a Los Angeles, quello restava pur sempre una piccola cittadina di periferia.
    Connor e Serena si intrattennero a parlare in strada sedendosi su una panchina poco distante da casa di lei, ridevano e parlavano delle loro aspirazioni, spesso i loro sguardi sembravano incrociarsi per un tempo che pareva infinito
    Che quella mocciosa avesse ragione?
    Pensò Connor mentre guardava Serena parlargli e sorridergli
    Per essere bella è bella, ma c'è qualcosa...qualcosa che mi frena. Forse sono solo un caso irrecuperabile, forse dovrei baciarla davvero, forse Kate ha ragione, forse...
    I pensieri di Connor vennero bruscamente interrotti dalla voce di un uomo che ruppe la melodiosa armonia creata dalla voce di Serena, lo sconosciuto si avvicinò loro parlando con un tono di voce minaccioso
    “Non dovreste stare fuori a quest'ora ragazzi!”, l'individuo si passò la lingua sulle labbra inumidendole, Connor alzò gli occhi per guardarlo e ciò che vide lo lasciò senza parole.
    Davanti a lui non c' era un uomo normale, era diverso, la sua pelle era corrugata tra gli occhi e i suoi denti, i canini per la precisione erano lunghi e affilati e aveva disegnato sul viso un ghigno malefico.
    Connor non ebbe il tempo ne’ di reagire ne’ di dire altro, l'individuo afferrò il braccio di Serena e la tirò sù come se il suo peso fosse pari a quello di un rametto secco, la ragazza urlò terrorizzata, l'uomo la spinse con forza contro un albero e le si avvicinò minacciandola
    “Non farà male vedrai....” abbassò il suo volto nel collo di lei e vi affondò i canini affilati
    Connor si alzò con uno scatto tanto veloce da essere appena percepibile, non si rese conto di ciò che stesse accadendo, ma sentiva che una parte di lui sapeva bene cosa fare e come agire.
    “Lasciala!” intimò minaccioso all'uomo che si voltò verso di lui e ringhiò
    “Non essere impaziente, presto toccherà a te!” rispose sogghignando e leccandosi il sangue che gli colava da un angolo della bocca per poi tornare ad affondare i canini nel collo della ragazza.
    Le urla di Serena divennero sempre più tenui, Connor balzò con uno scatto felino contro quell'essere che nella sua mente riusciva ad identificare come un vampiro, anche se non sapeva come ne perché sapeva esattamente cosa fare.
    Strattonò il vampiro con una forza che non gli apparteneva,in un attimo la ragazza fu liberata dalla morsa del mostro e si portò subito una mano al collo guardando Connor a metà tra il terrore e lo stupore mentre dai suoi occhi sgorgavano lacrime di dolore.
    “Ma che diavolo!...” disse Connor con stupore mentre si guardava le mani ancora incredulo della forza che aveva mostrato di avere.
    Il vampiro approfittò subito del suo momento di distrazione avventandosi sul ragazzo.
    Serena continuava a piangere e urlare, era in ginocchio priva di ogni forza, Connor si mosse velocemente, spinse il vampiro lontano e gli corse incontro sferrandogli dei calci all'addome, il nemico barcollò appena, il ragazzo lo prese alle spalle e gli afferrò il capo torcendoglielo fino a staccarlo dal collo, in un attimo il vampiro divenne polvere e Connor restò per un momento allibito da tutta la scena, come se stesse guardando dall'esterno un film di cui conosceva la trama ma non il finale.
    Tornato in sé corse subito verso Serena che era quasi allo stremo delle forze, le si inginocchiò dinanzi e le accarezzò il viso
    “Stai bene?”, lei però non rispose
    Connor spostò la mano della ragazza per controllare la ferita, prese un fazzoletto dalla tasca e lo premette forte su di essa per diminuire la fuoriuscita del sangue.
    Serena non parlava ma continuava a piangere quasi in silenzio, Connor la prese tra le braccia la sollevò e corse più veloce che poteva, verso l'ospedale, non ricordava di essere mai stato così veloce, era come se man mano le sue doti fisiche stessero aumentando, ma in quel momento non aveva ne’ tempo ne’ voglia di interrogarsi su questo cambiamento, l'unica cosa che lo preoccupava davvero era la sua amica, solo quello contava.
     
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    CITAZIONE
    gli avvenimenti narrati si collocano tra la fine della stagione 4 di Angel e l'inizio della 5, non so se per qualcuno è ancora spoiler

    per me sì uff :(
    mi spiace perchè vorrei leggere la tua ff *_____*
    appena vedo le ultime due stagioni di angel...
     
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    poi allora mi farai sapere ^^
     
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    certo!

    te intanto scrivi qualcosa che non sia spoiler per me, da brava :woot:

    :lol:
     
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    lo farò di sicuro, solo per te conty *.*
     
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    :trottol: :trottol: sìììììììììììì!


    :dorze:
     
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  7. BlackMamba "The Bride"
     
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    Rosy ma hai postato solo il primo capitolo?? O.o

     
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    ^_^ Ora metto il seguito, pensavo non interessasse a nessuno >.<

    Titolo: Deep
    Autrice: la_cacciatrce
    Fandom: Angel the series
    Personaggi: Connor, Angel, Faith, OMC
    Rating: R (almeno per questo capitolo poi non so!)
    Parte: Capitolo II
    Warning: gli avvenimenti narrati si collocano tra la fine della stagione 4 di Angel e l'inizio della 5, non so se per qualcuno è ancora spoiler, in tal caso vi ho avvisato ^_^
    Parole:
    1844
    Note:
    *Il titolo della FF deriva da una canzone degli Anathema “Deep” per l'appunto
    *Devo assolutamente ringraziare questo GDR: Buffy&Angel Los Angeles GDR perchè grazie alla pratica che ho fatto quì con il personaggio di Connor (che muovo io XD) posso dire oggi di conoscerlo un pò meglio e sentirlo un pò più mio (magari fosse mio nel senso materiale del termine ç__ç)
    *ho dato a Luna questa faccina--->
    SPOILER (click to view)
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    )
    Disclaimer: con grande rammarico devo rendere noto che il personaggio di Connor non mi appartiene (ohh sfortuna infameeee!!! ç__ç) così come tutti quelli che verranno in seguito citati e che fanno parte del Buffyverse e dell' Angelverse, tutti loro appartengono invece a Joss Whedon.

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    Sweetvalley: Restarono nell'ombra durante tutta la durata del breve combattimento, si guardarono negli occhi per un istante quando Connor corse via con in braccio quella che pareva essere la sua ragazza.
    La ragazza più bassina si rivolse a quella bruna
    “Faith! ”
    “Sì, ho visto. Dobbiamo avvisare Angel”
    “Ma perchè proprio adesso? Come può essere accaduto”
    Faith iniziò a camminare verso l'auto e rispose in tono calmo, cercando di mascherare la preoccupazione per ciò che era successo davanti ai loro occhi.
    “Non lo so Luna, ma so che Angel si aspettava prima o poi una cosa del genere, altrimenti non ci avrebbe mai mandate quì”
    “Già...” Luna si limitò a dire solo questo, seguì Faith in auto e partirono per Los Angeles

    Los Angeles: Faith e Luna arrivarono a Los Angeles il prima possibile, si diressero immediatamente verso l'hotel Hyperion, era lì che Angel viveva di nuovo dopo aver rinunciato alla Wolfram&Hart.
    Quello studio di avvocati non era il suo mondo non lo era mai stato e nel suo periodo di permanenza lì stava perdendo di vista la sua vera missione e soprattutto la sua redenzione.
    Faith e Luna entrarono nella hall dell'hotel e la trovarono deserta.
    “Dov'è?”, chiese curiosa Luna
    “Dove vuoi che sia, nel suo ufficio no?”, Faith si diresse verso l'ufficio e vi entrò senza bussare, trovò Angel intento a fare ricerche.
    “Ehi ragazzone! Il caro Connor è tornato ad essere super forte a quanto pare”
    “E' successo?!”, il vampiro si alzò di scatto dalla sedia su cui era seduto e guardò la cacciatrice ancora incredulo per l'accaduto.
    “Esatto, davanti ai nostri occhietti innocenti”, Faith sorrise ironicamente, amava l'ironia come nessun altro “il lato positivo e che finalmente non dovremo più fare da balia al ragazzino”
    Angel inizò a camminare su e giù per l'ufficio, ignorando l'ironia di Faith, era troppo preoccupato per poter controbattere.
    “Come è successo?”
    La cacciatrice stava per rispondere, ma Luna inizò a parlare prima che Fiath potesse farlo.
    “Da quello che abbiamo visto era con una ragazza, sembravano intimi...ma forse no...”, restò un attimo a riflettere sulla probabile relazione che poteva esserci tra Connor e la ragazza che era con lui, alzò gli occhi un istante, poi proseguì il racconto, “...comunque, un vampiro gli si è avvicinato, ha morso la ragazza e lui ha scaraventato il succhia sangue lontano da lei, poi l'ha preso alle spalle e gli ha staccato la testa con le mani! Con le mani capite! E' stato fenomenale! Se solo avessi avuto con me una videocamera o il cellulare avrei potuti riprendere tutto! E' stato indescrivibile”, non riuscì a contenere l'emozione provocata dall'assistere a quella scena di violenza, raccontò tutto con molta enfasi e gesticolando qua e là per imitare i movimenti di Connor.
    Angel e Faith restarono a fissarla senza dire nulla.
    “Grazie per la pittoresca descrizione della scena, ma io volevo sapere come ha reagito alla scoperta di essere così forte”
    “OK, forse non è esattamente questo che volevi sapere, colpa mia”, Luna alzò le mani per scusarsi e prendersi la colpa del suo eccessivo entusiasmo e si mise da parte per lasciar parlare Faith.
    “Direi bene, ha fatto quello che doveva, ha ucciso il vampiro ,poi ha preso la ragazza tra le braccia ed è corso via, all'ospedale supponiamo” disse brevemente la cacciatrice.
    “Capisco...”, il vampiro si portò una mano al mento cercando di riflettere sul da farsi,“dobbiamo dirgli tutto! I ricordi potrebbero tornare confusi e lui potrebbe non capire cosa gli sta succedendo”.
    Ci fu un attimo di silenzio, poi Angel aggiunse qualcosa
    “Non posso farlo io, sarebbe rischioso”
    “Posso farlo io!” si propose Luna, “lui non mi conosce, cioè non mi ha mai conosciuta per cui non potrebbe ricordarsi di me ed avere ricordi non troppo piacevoli, sono davvero un'estranea per lui e questo potrebbe aiutarlo a fidarsi di me, no?”, li guardò entrambi in attesa di una valutazione rapida.
    “Non lo so Luna, tu sei fin troppo diretta in certe cose, magari lui ha bisogno di qualcuno che abbia più pazienza di te”
    “Ehi! Io sono paziente eccome! E ti stupirà, ma so essere anche molto diplomatica sai?”
    “Angel, secondo me Luna è l'ideale” confermò subito Faith “Ci sa fare credimi, l'ho vista all'opera con certe cacciatrici davvero insopportabili, le ha gestite egregiamente”
    “Ma Connor è diverso e tu lo sai!”, si affrettò a controbattere Angel
    “Magari adesso è cambiato. Magari è diventato più propenso ad ascoltare la verità, magari non fa più di testa sua, magari...”
    Angel interruppe Faith proseguendo la frase
    “...Sì, magari l'inferno si è ghiacciato” sospira e guarda Luna “Ok, ci andrai tu, ma gestisci bene la cosa mi raccomando.”
    “Sta tranquillo, ti stupirò”, Luna cercò di mostrarsi sicura di sé.
    “Mi fido di te, non è necessario che tu mi stupisca, mi basta che Connor non dia di matto e non cerchi di nuovo di uccidermi”
    “Sarà fatto!Vado subito” Luna uscì dall'hotel per tornare a Sweetvalley e poter parlare con Connor
    Non appena la ragazza uscì dall'ufficio Faith si avvicinò ad Angel e gli appoggiò una mano sulla spalla per rassicurarlo
    “Andrà tutto bene vedrai”
    “Lo spero davvero”.
    Il vampiro restò a guardare la porta dell'ufficio in silenzio cercando di immaginare come sarebbero potute andare le cose da quel momento in poi.

    Sweetvalley: Connor raggiunse l'ospedale in brevissimo tempo, portò Serena al pronto soccorso,aveva perso i sensi e continuava a perdere sangue, subito gli infermieri portarono via la ragazza per poterla assistere.
    Aspettò per tutto il tempo in sala d'attesa, prese un caffè e telefonò a casa per avvisare che avrebbe fatto tardi, spiegò la situazione sommariamente non era certo di poter dire ai genitori tutta la verità.
    Tutto il tempo trascorso ad aspettare diede a Connor la possibilità di riflettere più lucidamente su quello che era accaduto, nella sua mente cominciarono a farsi strada ricordi di cui non aveva memoria fino a qualche ora prima, visi, persone, fatti, il mondo stravolto, mostri, vampiri e un padre diverso da quello che lo stava aspettando a casa in quel momento.
    Restò seduto sulla scomoda sedia della sala d'attesa, chinò in avanti il capo appoggiandolo sulle mani e affondò le dite nei suoi capelli, si sentiva più confuso che mai, era come se due vite si scontrassero e l'una paradossalmente escludesse l'altra, tutti i ricordi legati alla sua famiglia erano vividi nella sua mente, ma erano impossibili se accettava di aver vissuto in un modo infernale popolato solo di demoni.
    “Pazzesco! Sto impazzendo...” sussurrò appena.
    I suoi pensieri vennero interrotti all'improvviso da un'infermiera
    “Scusi”
    Connor alzò il capo verso la giovane donna
    “La sua amica è in camera, se vuole può andare da lei. E' ancora debole, ma potrebbe parlarle almeno un po', credo che le farà piacere vederla”, l'infermiera sorrise gentilmente, Connor ricambiò il sorriso e si alzò dalla sedia per seguirla.
    “Stia tranquillo andrà tutto bene”, l'infermiera cercò di rassicurarlo con quelle parole, ma lui restò in silenzio per tutto il breve tragitto , perché nella sua mente ogni cosa sembrava non essere più così reale.
    “Ecco ci siamo”, la giovane donna si fermò dinanzi ad una porta a fece cenno a Connor di entrare
    “Grazie” si limitò ad aggiungere il ragazzo cercando di farle un sorriso gentile, la donna si allontanò e lui entrò in camera.
    Si avvicinò al letto e vide Serena, era pallida e molto provata, le accarezzò leggermente il viso sorridendole, lei aprì piano gli occhi e con un filo di voce gli rivolse la parola
    “Ciao...”
    “Ciao.” rispose subito Connor, “come ti senti?”
    “Come se un pazzo mi avesse ferito al collo” la ragazza accennò un sorriso ironico
    “E' quello che è successo”, disse il ragazzo cercando di rivolgerle un sorriso rassicurante.
    “Connor!” Serena strinse la mano del ragazzo “Non sembrava ...umano” ammise incredula delle sue stesse parole
    “Sei stanca, quando starai meglio tutto ti sembrerà più chiaro vedrai”, rispose lui per rassicurarla.
    “OK”, Serena chiuse gli occhi e cercò di riposare allentando lentamente la presa della mano di Connor.
    Il ragazzo restò con lei per almeno una mezz'ora, uscì dalla camera solo quando arrivarono i genitori di Serena, cercò di spiegare loro cosa fosse accaduto, sembrarono credere alle sue parole e questo lo sollevò di un lieve peso.

    Sulla via del ritorno Connor ripensò a quello che era successo e ai ricordi che erano tornati a galla, più si sforzava di pensarci, più si sentiva confuso.
    Arrivò davanti casa sua e restò per un attimo fermo all'ingresso del viale
    Forse loro sanno tutto. Dovrei solo chiedere per capire cosa succede...e se poi come me non sapessero nulla, li ferirei e non voglio...
    “Connor!” una voce di donna interruppe i suoi pensieri, si voltò verso l'albero da cui aveva sentito provenire la voce, vide una ragazza minuta e carina, la guardò con aria interrogativa.
    “Ci conosciamo?”, chiese freddamente
    “No, ma posso aiutarti”, la ragazza fece qualche passo verso di lui, “sempre che tu lo voglia”
    “Che genere di aiuto vuoi darmi? Ti sembro in difficoltà?”
    Luna accennò un sorriso
    Non deve essere cambiato poi molto credo... pensò lei avvicinandosi a Connor
    “Non lo sembri, ma lo sei! Ci sono cose che ora come ora non sai spiegarti, altre ti sembrano impossibili, i tuoi ricordi reali si stanno sovrapponendo a quelli che non lo sono e questo ti sta confondendo.
    Stai cercando di trovare una logica in qualcosa che apparentemente non ce l'ha, ma io posso aiutarti a capire”.
    Connor restò a fissare la ragazza per un po' restando in silenzio e pensando a come facesse quella sconosciuta a sapere tante cose di lui e a conoscerlo così bene, poi le si avvicinò
    “E tu potresti aiutarmi a capire?”
    “Esatto!”, sorrise ancora sicura di se, “sempre che tu me ne dia la possibilità, non ti costringerò a sapere ciò che non vuoi, ma conoscere certe cose eviterà di farti impazzire”.
    “Voglio sapere!”, Connor scoccò a Luna un'occhiata decisa.
    “Ok, ti dirò tutto, possiamo sederci lì?” indicò i gradini del vialetto di casa
    “Lì andrà benissimo” si avvicinò agli scalini e si sedette aspettando che la ragazza lo raggiungesse “Prima però dimmi una cosa, ce l'hai un nome o lavori in incognito?”
    Luna si avvicinò a Connor e si sedette accanto a lui, gli sorrise divertita e poi rispose alla sua domanda
    “Luna, io sono Luna”, tese la mano al ragazzo per stringergliela, Connor le strinse la mano e non poté non notare la coincidenza che legava il nome di questa ragazza al luogo in cui lui e Serena si erano dati appuntamento per tanto tempo, sorrise pensandoci e si sentì pronto ad ascoltare la verità.
    Luna iniziò a raccontare tutto dal principio e Connor ascoltò ogni cosa senza mai interromperla per tutto il tempo.

    Edited by la_cacciatrice - 20/5/2011, 15:17
     
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