Bolle: «Rilanciamo l'immagine dell'Italia»

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  1. BlackMamba "The Bride"
     
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    Un ascensore industriale conduce il designer Massimo Vignelli, quasi ottantenne, in completo nero da guru, la moglie Lella, il massiccio Bill Moggridge, direttore del Cooper Hewitt National Design Museum, e altre decine di visitatori al terzo piano del Center 548. L'edificio bianco trasformato in centro culturale nel mezzo del Chelsea Arts District, con vista a 360 gradi sull'Hudson e la skyline newyorchese, ospita la preview di "Perchance to dream", il videoritratto dell'étoile della Scala e primo ballerino dell'American Ballet Roberto Bolle firmato da Robert Wilson su progetto di Change Performing Arts.
    "Perchance to dream" – aperto al pubblico fino al 18 dicembre – è uno dei tasselli culturali del maxipiano di promozione del design made in Italy battezzato I Saloni Milano New York, organizzato da Cosmit, Federlegno-arredo, Ice e ministero delle Attività produttive. Un gioco di squadra per rilanciare lo shopping di mobili e arredi in un mercato che è sempre stato fondamentale per le aziende italiane.
    Fra tuoni da giorno del giudizio e sventagliate di mitra, gli ospiti camminano in un percorso buio in cui il volto in bianco&nero dell'artista italiano 35enne sembra immobile, come in uno scatto fotografico, finché il quasi impercettibile battito delle ciglia (o il semplice respiro dove sono inquadrate porzioni di corpo) rivela una sequenza di video. A fianco, buie installazioni di pezzi-icona del design italiano degli ultimi 50 anni, mischiate a macerie e lupi impagliati: dalla lampada Hope di Luceplan alla Mini-kitchen di Boffi, dalla Vanity Fair di Poltrona Frau alla Papilio di B&B Italia, dal letto Nathalie di Flou alla lampada Arco di Flos. Si chiude con un video di Bolle-Pierino, in maglioncino rosso e farfallino a righe bianche e grige, che alza gli occhi al cielo e ride come se l'avesse fatta grossa…
    Bolle, è una performance di forte impatto…
    Mi fa un certo effetto ricevere un simile omaggio da un artista del calibro di Wilson: è la prima volta che una mostra è dedicata interamente a me e alla mia arte. Non può che rendermi orgoglioso.
    A proposito di orgoglio, lei è sempre in giro per il mondo ed è di fatto uno degli ambasciatori dell'Italia…
    Sono all'estero cinque mesi all'anno e sono orgoglioso di rappresentare un paese che trasuda storia, cultura, arte, talenti creativi, bellezze naturali che potrebbero fare di noi, in assoluto, i numeri uno al mondo.
    Usa il condizionale?
    Purtroppo sì. Perché ci tiriamo la zappa sui piedi con i teatrini politici di basso livello, la spazzatura che invade Napoli, i crolli di Pompei, il tira-e-molla sull'Expo 2015 di Milano. Tutti fatti su cui la stampa internazionale sguazza: ai media piace montare la panna e con noi vanno a nozze. Così l'immagine dell'Italia va a picco.
    Ne parla con i suoi colleghi stranieri?
    Certo: ci alleniamo sei ore al giorno tutti insieme e, increduli, mi fanno domande alle quali è difficile rispondere. Confesso che a volte mi vergogno.
    Qual è l'Italia che vorrebbe?
    Mi piacerebbe che, giorno dopo giorno, riuscissimo a comunicare al mondo le eccellenze del nostro paese, che sono tante, tantissime. Quando sono nel Nord Europa verifico come ogni cosa sia curata e promossa al massimo.
    Esempio?
    Tutti ti parlano di una chiesa o di un museo che devi assolutamente visitare. Ma quando ci vai ti accorgi che non porta le scarpe al bello italiano, alle nostre chiese, ai nostri quadri, a Roma, Firenze e Venezia come ai paesini che mantengono intatto il fascino della loro storia.
    La sua ricetta?
    Dobbiamo rimboccarci le maniche subito, tutti insieme, perché la nostra immagine all'estero sta crollando. E invece siamo i numeri uno.


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0 replies since 3/12/2010, 19:23   17 views
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